Fu un vecchio nepalese, tempo dopo, a raccontarmi delle otto montagne. […] Mi chiese come mai mi interessavo tanto all’Himalaya. Avevo la risposta per quella domanda: gli dissi che c’era una montagna, dove ero cresciuto io, a cui ero molto legato, e che da lì mi era nato il desiderio di vedere le più belle e alte del mondo.
- Ah, - disse lui. – Ho capito. Stai facendo il giro delle otto montagne.
- Le otto montagne?
L’uomo raccolse un bastoncino con cui tracciò un cerchio nella terra. Gli venne perfetto, si vede che era abituato a disegnarne. Poi, dentro al cerchio tracciò un diametro, e poi un secondo perpendicolare al primo, e poi un terzo e un quarto lungo le bisettrici, ottenendo una ruota con otto raggi. […]
- Noi diciamo che al centro del mondo c’è un monte altissimo, il Sumeru. Intorno al Sumeru ci sono otto montagne e otto mari. Questo è il mondo per noi. […] E diciamo: avrà imparato di più chi ha fatto il giro delle otto montagne, o chi è arrivato in cima al monte Sumeru?
Paolo Cognetti
Le otto montagne è un libro che parla di montagna e di amicizia, quella che lega Pietro a Bruno, bambini prima e uomini poi, legati da un sentimento talmente profondo e vero che nulla riesce a scalfire. Un viaggio avventuroso e spirituale che i due protagonisti compiono sulle montagne e nelle profondità della vita alla ricerca di sé stessi e del proprio posto nel mondo. Un romanzo potentissimo e delicato che narra la storia di due anime affini che nella loro diversità finiscono per completarsi a vicenda. L’amicizia, quella vera, sullo sfondo di una montagna talmente autentica da poterla quasi sentire.
L'autore: Paolo Cognetti
Paolo Cognetti nasce a Milano nel 1978, dove inizialmente studia matematica prima di cambiare strada e diplomarsi in sceneggiatura alla Civica Scuola di Cinema, nel 1999. Negli anni successivi si dedica alla realizzazione di documentari a tema sociale, politico e letterario.
Esordisce nel 2003 con il racconto Fare ordine, con il quale si aggiudica il Premio Subway - Letteratura e negli anni seguenti escono tre raccolte di racconti: Manuale per ragazze di successo (2004), Una cosa piccola che sta per esplodere (2007) e Sofia si veste sempre di nero (2012). Del 2014, invece, è A pesca nelle pozze più profonde, una riflessione sull'arte di scrivere racconti. Frequenta New York per diversi anni tra il 2004 e il 2016, città che ama profondamente e che rappresenta per l’autore l’esempio più alto di tolleranza e convivenza tra diverse culture, e pubblica nel 2010 New York è una finestra senza tende, seguito nel 2014 da Tutte le mie preghiere guardano verso ovest, due guide personali della metropoli americana.
Profondo conoscitore e amante della montagna, ha trascorso le estati della sua infanzia in Valle d’Aosta, dove è tornato a vivere dopo i trent'anni. L’autore racconta di come, in seguito ad un periodo di crisi personale, ha lasciato Milano per andare a vivere in montagna dove ha scritto il romanzo che lo ha reso famoso in tutto il mondo. Nel 2016 esce infatti Le otto montagne, tradotto in oltre 40 Paesi, con il quale Cognetti si aggiudica il Premio Strega 2017, il Prix Médicis étranger, l'English Pen Translates Award, il Premio Itas e il Grand Prize del Banff Mountain Book Competition.
Nel 2018 pubblica Senza mai arrivare in cima, un racconto di viaggio che narra la sua esperienza in Himalaya e, nel 2021, il romanzo La felicità del lupo. Nel 2022 esce il film Le otto montagne diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, tratto dall’omonimo romanzo, che si aggiudica il premio della giuria al 75º Festival di Cannes oltre a quattro David di Donatello, tra i quali quello per il miglior film.
In seguito al successo ottenuto, fonda Gli urogalli, un’associazione con lo scopo di portare musica, arte, letteratura, socialità e incontri nel piccolo paese dove abita, (un vero e proprio festival culturale nei boschi). Nel 2020 acquista una vecchia stalla a Estoul, in Valle d’Aosta, e la trasforma in un rifugio per studiosi, artisti e appassionati di montagna. Saltuariamente si occupa ancora di documentari.
Trama del libro Le otto montagne (senza spoiler)
Si può dire che abbia cominciato a scrivere questa storia quand’ero bambino, perché è una storia che mi appartiene quanto mi appartengono i miei stessi ricordi. In questi anni, quando mi chiedevano di cosa parla, rispondevo sempre: di due amici e una montagna. Sí, parla proprio di questo.
Paolo Cognetti
Le otto montagne è un romanzo che racconta la storia di Pietro e Bruno e della loro profonda amicizia, unica e sorprendente come lo è ogni montagna. Pietro è un bambino introverso e silenzioso che ogni estate, insieme ai genitori, lascia la caotica Milano per trasferirsi a Grana, un piccolo paesino ai piedi del Monte Rosa. In questo borgo di 14 anime la famiglia trova rifugio dal grigiore della grande città e Pietro viene iniziato alla montagna dal padre, Giovanni, che lo conduce con sé nelle sue spedizioni sulle cime. Bruno è un bambino selvatico e spigoloso che a Grana invece ci vive e si occupa delle vacche. Tra i due nasce da subito una forte amicizia, un legame che cresce di anno in anno, un’estate dopo l’altra, insieme all’amore per l’avventura e per un mondo, fatto di sentieri, boschi, ruscelli, alpeggi e vecchi ruderi fino all’età dell’adolescenza, quando le loro strade prendono direzioni diverse. Pietro, dopo essersi scontrato con la personalità ingombrante del padre, decide di allontanarsi dalla famiglia, finendo per abbandonare la montagna per molti anni, mentre Bruno rimane a Grana immerso nella vita che conosce da sempre.
Solo dopo la morte improvvisa del padre, Pietro è costretto a rimettere tutto in discussione e a tornare a Grana, dove il padre gli ha inaspettatamente lasciato in eredità un terreno con un vecchio rudere e il compito di ricostruirlo. Sarà proprio grazie a questo lavoro che Pietro ritroverà Bruno e i luoghi della sua gioventù. I due uomini trascorreranno un’intera estate sulle montagne per lavorare al vecchio rudere e giorno dopo giorno, ritroveranno la sintonia di un tempo ricostruendo non solo la cascina, la barma, ma anche la loro amicizia, un legame che riscopriranno ancora solido e profondo, incurante degli anni trascorsi e che tale si manterrà nel tempo nonostante le vicissitudini che i due protagonisti si troveranno ad affrontare.
Perché leggere Le otto montagne
Le otto montagne è stato pubblicato nel 2016 ma ammetto di averlo scoperto solo in seguito all’uscita del film, l’anno scorso. La trama mi incuriosiva e quindi ho deciso di leggere prima il libro. E anche se il film è fatto bene e merita di essere visto, devo dire che il libro è stata una splendida scoperta (che mi ha portata a conoscere poi diverse opere di Cognetti). Dunque, perché leggere Le otto montagne?
Perché un libro che emoziona e fa bene al cuore, il racconto di un’amicizia vera, piena di sfaccettature ma indissolubile, tra due bambini talmente diversi da essere quasi simili, che negli anni crescono e si riconoscono anime affini.
Il legame che unisce Bruno e Pietro è profondo, essenziale e si percepisce tra le righe, senza bisogno di molte parole. Ma non è tutto qui. In questo libro Cognetti esplora tematiche universali dove ognuno di noi può trovare un pezzettino di sé stesso: amicizia, amore, rimpianto, morte, ricerca del proprio posto nel mondo e famiglia. E forse uno dei temi che più mi ha emozionata è stato proprio quello del rapporto padre e figlio. In tutto il libro si percepisce forte la presenza di Giovanni, il padre di Pietro, un uomo difficile, infelice e ingombrante, che solo sulle cime trovava la sua pace, e con cui il protagonista decide di troncare ogni contatto perdendo, dopo la sua morte, la possibilità di conoscerlo realmente. Sarà la montagna ad offrire a Pietro una seconda possibilità, l’occasione per seguire le tracce del genitore e conoscere finalmente quel padre di montagna, ruvido e appassionato che aveva solo intravisto durante l’infanzia.
E poi ovviamente c’è lei: la montagna, descritta con tale amorevole cura da commuovere. Una pagina dopo l’altra il romanzo di Cognetti si rivela come un vero e proprio atto d’amore; la narrazione di una montagna autentica, viva e sorprendente, che si percepisce in ogni immagine, in ogni parola. L’autore non descrive la montagna irraggiungibile delle grandi spedizioni alpinistiche e dei successi sportivi, ma racconta quella più intima e imperfetta della quotidianità.
Le scrittura di Cognetti è essenziale ma attenta ai dettagli, ancorata al reale e allo stesso tempo talmente evocativa da generare immagini ed emozioni che colpiscono il lettore più di quanto non facciano le parole stesse.
Un romanzo intenso e delicato, coinvolgente, in grado di far sorridere e piangere ma soprattutto di emozionare davvero.
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